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Pagina:Alcune operette di Bartolommeo Gamba bassanese.djvu/278

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270 le principali geste


tare di cavallo lo scudiere, comparì Giovanna, ed esso scudiere, vistala appena, mise un ginocchio a terra e le disse: Vossignoria è moglie degnissima di governatore arcidegnissimo; ed in prova di questa verità pigli questa lettera e questo regalo. Rispose Giovanna: Eh stia cheto, non dica queste cose, che io non sono palazziera, ma povera contadina, figliuola di un rompilegna e moglie di uno scudiere di cavaliere errante. Ella ricevette però la lettera ed il regalo, e subilo dopo volò in traccia del curato e del barbiere perché leggessero quanto scriveva il marito. Per istrada andava Giovanna con allegria battendo le dita sulla lettera, come se avesse avuto alle mani un cembalo.


La Zuffa di Sancio con don Chisciotte.


Sfumò presto il governo di Sancio, ed al suo padrone si affacciarono nuove venture. Egli si mise in viaggio per Barcellona, ma tenendo sempre dogliosamente fitto nell'animo l’oracolo pronunzialo nella Grotta di Montesino, il quale per lo disincanto di Dulcinéa cosi prescriveva: