Pagina:Alcuni opuscoli filosofici.djvu/56

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desimafaccia mezzo nero coll’inchiostro, e mezzo bianco con la calce, ed esposto colla faccia tinta a questi soli ardenti, e lasciatovelo stare per una mezz’ora, o poco piu, o poco meno si sarebbe riscaldato sensibilmente piu nella parte nera, che nella bianca: ed essendo il giovane scolare di un celeberrimo, ed insigne Filosofo prontissimo in risolvere qualsivoglia problema per difficile che ei sia, mi venne in pensiero d’indurre il giovane a dimandare la ragione di questo accidente al suo maestro; ma con proporgli la conclusione a rovescio, cioe con dimandarli la ragione perche si riscaldava piu la parte bianca, che la nera: e lo assicurai, che la profonda filosofia del suo maestro averebbe subito assegnata la vera cagione adequata, e chiarissima di tale stravaganza.
Ora il Giovane propose il quesito come aveva concertato, e subito gli fù risposto. O non sapete voi la ragione? ella è facilissima; ve la dirò io; e cominciò a entrare in un laberinto del bianco, e del nero, e di certe bollicelle, che si trovano nel bianco, e di mille cose sottili, che non le saprei spiegare: basta che in sostanza si venne a rendere la ragione, perche il bianco si riscalda piu del nero. Fatto questo, ed avendomi il Giovane riferito il tutto con gran risa, e sue, e mie, io andai subito a fare imbiancare la metà di una faccia di un mattone colla calce, e l’altra metà fu da me tinta di nero coll’inchiostro, e poi espostolo al Sole e lasciatovelo stare tanto, quanto si trattenne meco quel giovane in compagnia di un’altro, pure scolaro del medesimo Filosofo, e dopo met-