Pagina:Aleardi - Canti, Firenze 1899.djvu/246

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È MORTA.


FANTASIA.

«Nondum illi flavum Proserpina vertice crinem
Abstulerat, stygioque caput damnaverat Orco.»



I.

     Ella morì. Ne la pomposa e lieta
Fioritura de gli anni e de gli amori.
Era bella, e ’l sapeva. Allor che il breve
Piede movea per la cittade, ognuno
Le dava il passo, ognun la rivería
Volgendosi a mirarla! Allor che il nome
N’era annunciato a le festanti sale
D’una veglia patrizia, un curïoso
Breve silenzio succedea per quella
Atmosfera di luce e di fragranze;
Donde pronti accorreano ad incontrarla
Molli desiri e sorridenti invidie,
Tal che qualche labbruccio indi si morse.
Quando talor facevasi a la porta
D’una chiesa gremita, era un profano
Di teste svïamento e di pensieri
Vòlti ad un tratto a la gentil divota,
Bench’ella nel fervor de la preghiera
Tenesse aspetto de le care Sante
Dipinte su gli altar; ma più con quelle