Pagina:Aleardi - Canti, Firenze 1899.djvu/290

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250 epicedio per una bimba.



     Vergine lieve in rapida carola
Che ti lambe e dileguasi; spedita
Gondola che pel bruno aere s’invola,
È il picciol lampo de la nostra vita.
               Qui tutto muor. Interroga gli ardenti
               Deserti, ove orma viva non appar;
               E ti diranno quanta onda di genti
               Volse e sparì, come essiccato mar.


     E un dì matura l’avvenire arcano
Quando, simile ad un navil che affonda
Per vetustade in placido oceano,
Svanirà ne la tenebra seconda
               L’orbe: e forse per l’etere, sull’ale
               Si librerà qualche divin cantor
               Armonizzando un inno funerale
               Su le virtù sue brevi, e i lunghi error.


     Arpa de’ miei prim’anni, a cui le miti
Gioie ò fidato del paterno tetto;
E il fremito di popoli avviliti
Sotto il flagello di straniero abbietto;
               A cui l’ardore di desir mal domi
               E un tesoro di speme e di martir,
               Cui lagrimando ò confidato i nomi
               Di quelle che amai tanto e mi tradîr;