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CANTI PATRII.

PER UNA VIOLA

COLTA IN VALPOLICELLA

nel dicembre 1857.


«Io messes et bona vina dato.»
                              Tibullo, lib. I, el. I.


A L. Z. F.



I.

     Non sento ne le povere mie valli
Più le canzoni e i balli
De la vendemmia, e i cori
Sonar per l’aia e i serpeggianti calli;
Non sento lo squittir dei corridori
Veltri, nè l’aure rompere del monte
Più le fulminee canne
Dei cacciatori occulte
Lunge da le capanne
Nel tronco degli annosi alberi fessi,
E ad altre cacce pronte,
Quando saranno adulte
L’ire e il valor d’un popolo d’oppressi: