Pagina:Aleardi - Canti, Firenze 1899.djvu/463

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poemetto giovanile. 423

Contesta di marine alghe ricinse,
E, su conca di perle, in mezzo all’onde
Trasse superba fidanzata: al fido
Sposo, che ai piedi le fremea, donava
Il simbolico anello, e l’Oceano
L’isola d’Amatunta a la diletta,
Siccome dono nuzïal, porgea.

     Ch’io ti saluti, avventurosa amante
Dei Lusignani! Oh ti piacesse un tempo
A le tue sponde folleggiar, lasciva
Sacerdotessa di piacer, coi veli
Disordinati e balsamo stillanti;
O, di maglie crociate il sen difesa,
L’insania pia de le divote genti
Caro ti fésse dei corsieri il dorso,
Caro il fiutar la polvere de’ campi
Trïonfati, e il salir per le squarciate
Bastite, eri pur bella, o Citereia.
Limpidi sempre i ceruli tuoi mari,
Azzurri sempre i tuoi fulgidi cieli.
Tu in questo cerchio di zaffiro il molle
Capo difendi dall’ardente raggio
Del Sol che t’ama sotto l’odorose
Tue selvette di palme; e al mormorío
De le fresche fontane, e sotto i verdi
Pergolati dei celebri vigneti
Stai meditando, come donna afflitta
Ne la magione de’ suoi padri, ov’era
Signora un tempo, ed ora serve ancella.

     La Luna, le Piramidi, la Croce
Si levano sublimi in sull’immenso
Teatro di riviere, onde sei cinta,