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468 arnalda di roca

D’amarezze e d’amor corrispondenza,
Che à nome patria; egli per lei soltanto
Vestì la maglia, e sguainò la spada:
Tornerà. —

                   “È morto, e non tornano i morti....
Son morti tutti, anco la patria.... un solo
Vive.... silenzio! non lo dite, o donne:
Il mio soave pargolo di rosa
Dentro un sepolcro io l’ò celato; un’onda
M’inseguia di turbanti; io per l’occulta
Via del giardino dileguai non vista:
Entrai la stanza nuzïale; oh come
Sorridevi, o celeste, entro l’intatta
Neve dei lini! Nel cortile udii,
Erompere pel vinto atrio la gente:
Egli vagì.... come celar quel mio
Solo tesoro, onde giammai non fôra
Stata povera in terra? Egli vagiva.
Io lo feci tacer col mio pugnale:
S’addormentò; nè lo trovar la gente...
Eccolo ei dorme ancora.... oh! con quel pianto
Non destatelo, o donne....”5

                                                  Da la mesta
Consolatrice che volea calmarla
Si liberava nel delirio Actea;
E su le bende lacere inclinata
Depose un bacio. Ah! misera nel legno
De la croce baciar credevà il figlio.
E tacque, e pien di pianto era il sorriso
De la povera pazza.

                                     Entro la muda,