Pagina:Alencar - Il guarany, I-II, 1864.djvu/128

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— Ditemi, signora, che rumore è cotesto, e d’onde proviene?

— Lo vedete! sclamò donna Lauriana, accennando alla tigre con un gesto superbo.

— Bell’animale! disse il fidalgo avanzandosi e toccando con un piè le griffe della tigre.

— Ah! lo trovate bello! Lo troverete ancora di più quando saprete chi lo portò!...

— Dev’esser stato un abile cacciatore, disse don Antonio contemplando la fiera con piacere, come uomo anch’egli intendente di caccia; prerogativa dei fidalghi di quel tempo: non mostra il segno di una sola ferita!

— È opera di quel buon arnese scomunicato, signor Mariz! rispose donna Lauriana preparandosi all’assalto.

— Ah! sclamò il fidalgo ridendo; è la caccia che inseguiva ieri Pery, e di cui ci parlò Alvaro!

— Sì; e che trasse qui viva, come fosse una paca!

— Viva! Ma non vedi ch’è impossibile.

— Come impossibile, se Ayres Gomes la finì or ora, in questo momento!

Ayres Gomes voleva rispondere; ma la dama gl’impose silenzio con un gesto.

Il fidalgo curvossi, e prendendo l’animale per l’orecchio lo alzò; nell’atto che ne esaminava il corpo, per vedere se scopriva qualche ferita di palla, osservò che avea le zampe e le mandibole legate.

— È vero! mormorò egli; dovea esser viva non più che un’ora fa; conserva ancora il calore.