Pagina:Alencar - Il guarany, I-II, 1864.djvu/144

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alcuni accidenti seguiti gli ultimi giorni nelle vicinanze del Paquequer.

Verso il finire della luna delle acque una tribù di Aimorè era discesa dagli altipiani della foresta degli Orgaos, per fare la raccolta dei frutti e preparare i vini, le bevande e i vari alimenti dì cui sogliono far provvisione.

Una famiglia di questa tribù, tirata dalla caccia, era comparsa alcuni giorni addietro sulle rive del Parahyba; componeasi di un selvaggio, di sua moglie, un figlio e una figlia.

Quest’ultima era una bella indiana, il cui possesso contendevansi tutti i guerrieri Aimorè; suo padre, capo della tribù, era orgoglioso di una figlia tanto avvenente, come della più bella saetta del suo arco, o della più appariscente penna del suo cocar1.

Siamo in domenica.

Il venerdì, verso le dieci del mattino, Pery attraversava il bosco imitando allegramente il canto del sahixé, le cui note zufolate egli traducea pel dolce nome di Cecy.

Andava in quell’ora in cerca della fiera, che tanta parte occupa in cotesto racconto, specialmente dopo morta; e poichè non soddisfaceasi di qualche piccolo jaguar, avea determinato di sorprendere ne’ suoi propri dominii uno di que’ re delle grandi foreste, che corrono lungo il Parahyba.

  1. Cocar è quel serto di penne, che i selvaggi portano in fronte.