Pagina:Alencar - Il guarany, II, 1864.djvu/81

Da Wikisource.

— 81 —

Quando Pery ebbe tagliato un dieci braccia di cipò che si attortigliò al collo, ringuainò il pugnale, e si volse allo scudiero sorridendo.

Ayres Gomes, senza trepidare, trasse la spada, e si pose in guardia secondo le regole della nobile e liberal arte della scherma, che professava fin dalla più tenera età.

Era un duello originale e curioso, che il simigliante non s’era mai veduto; un combattimento in cui il ferro lottava contro l’agilità, e la spada contro un vimine.

— Mastro cacico, disse lo scudiero corrugando il sopracciglio, tienti da parte; perchè, parola di Ayres Gomes, se ti accosti, ti passo colla durindana!

Pery stese il labbro inferiore in segno di noncuranza; e cominciò a volteggiare rapidamente intorno allo scudiero, in un circolo di cinque passi, che lo ponea fuori del tiro della spada: era sua intenzione assaltarlo alle spalle.

Ayres Gomes, appoggiato a un debole arbusto, e obbligato a dar volta sopra sè stesso come un arcolaio per difendersi alla schiena, sentì girarsi il capo e vacillò.

L’Indiano si giovò del buon punto; si gettò sopra di lui, lo prese per le spalle, gli afferrò le braccia, e si pose a legarlo al medesimo tronco della pianta, cui era appoggiato.

Quando lo scudiero si riebbe dalla vertigine, una fune di cipò lo legava al tronco dal ginocchio alle spalle; e l’Indiano proseguiva il suo cammino placidamente.