Pagina:Alencar - Il guarany, III-IV, 1864.djvu/148

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Risolse di far presto le sue faccende, e di mandar ad effetto in quello stesso dì il suo intento: sei uomini forti e imperterriti bastavano per condurre a termine l’impresa che avea macchinata.

Chiusa che ebbe la porta, guidò i quattro avventurieri fino al luogo contiguo all’oratorio, ove l’altro continuava la sua opera di demolizione, minando la parete che li separava dalla famiglia.

— Amici, disse Loredano, siamo in condizione disperata; non abbiamo forza per resistere ai selvaggi, e giorno più giorno meno ci sarà d’uopo soccombere.

Gli avventurieri abbassarono il capo e non risposero; sapevano che quella era una triste verità.

— La morte che ci attende è orribile; serviremo di pasto a questi barbari che si nutrono di carne umana; i nostri corpi senza sepoltura sazieranno gl’istinti brutali di questa orda di cannibali!...

Una espressione d’orrore si pinse nella fisonomia di quegli uomini; un brivido corse loro per tutte le membra e penetrò fino al midollo delle ossa.

Loredano fermò un istante il suo sguardo perspicace sopra quei volti scomposti:

— Ho non pertanto un mezzo di salvarvi.

— Quale? dimandarono tutti ad una voce.

— Attendete. Posso salvarvi; ma ciò non vuol dire che sia disposto a farlo.