Pagina:Alencar - Il guarany, III-IV, 1864.djvu/156

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giudicò di veder brillare nel visino gentile della sua signora un raggio di felicità.

Nell’atto che cogli occhi fissi in quella graziosa visione sforzavasi d’indovinare la causa di sì subita allegrezza, l’Indiana mise fuori un secondo grido selvaggio, un grido terribile.

Tenendo dietro allo sguardo del prigioniero avea veduto Cecilia sopra lo spianato; si era accorta del gesto della fanciulla, e avea vagamente compreso il motivo per cui Pery ricusava la libertà e il suo amore.

Precipitassi sull’arco che giaceva steso a terra; ma non ostante la rapidità di quel moto, quando ella stese la mano, Pery già avea messo il piè sull’arma, e la teneva salda al suolo.

La selvaggia, cogli occhi infocati, le labbra semiaperte, tremante di gelosia e di vendetta, alzò sopra il petto dell’Indiano il fendente di pietra, con cui avea reciso poc’anzi i suoi lacci; ma l’arma le cadde di mano, e vacillando appoggiossi al seno che avea minacciato.

Pery la prese fra le braccia, la pose a giacere sull’erba, e si assise di nuovo appiè dell’albero, tranquillo a rispetto di Cecilia, che, lasciato lo spianato, si era tolta da quel luogo di pericolo.

Era l’ora in cui l’ombra delle montagne ascende per l’erta, e il caimano uscito dell’acque si assolina ai raggi del giorno.

L’aere rintronò de’ suoni striduli e rochi dell’inubia e del maracà1; al tempo stesso un

  1. Strumenti bellici da suono in uso fra i selvaggi.