Pagina:Alencar - Il guarany, III-IV, 1864.djvu/158

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punto gettò al lembo della tunica di cotone, attorta in due piccoli nodi.

Il campo, tracciato in forma di elittica frammezzo agli alberi, era circondato da cento e più guerrieri armati di tutto punto, e coperti di fregi di penne azzurre e scarlatte.

Nel fondo le vecchie dipinte a liste nere e giallognole, di aspetto orribile, preparavano un gran fuoco di bragia, lavavano un lastrone che dovea servire di mensa, e affilavano i loro coltelli di osso e falde di pietra1.

Le giovani, aggruppate da un lato, custodivano i vasi pieni di vino e bevande fermentate, che offrivano ai guerrieri nell’atto che passavano loro dinanzi, intuonando il canto di guerra degli Aimorè.

La fanciulla, che avea avuto il carico di servir il prigioniero, e lo avea accompagnato al luogo del sacrifizio, teneasi ad alcuna distanza in disparte, e guardava tristamente tutti quegli apparecchi; per la prima volta il suo istinto naturale parea che le rivelasse l’atrocità di quel costume tradizionale delle sue genti, cui tante volte avea assistito con piacere.

Or che dovea comparire come l’eroina di quel dramma terribile, e che come sposa del

  1. Non conoscendo i selvaggi l’arte di cavare e lavorare il ferro, suppliscono a questo preziosissimo strumento di civiltà con ossa di pesce, lamine di pietra od altre materie durissime.