Pagina:Alencar - Il guarany, III-IV, 1864.djvu/20

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— Dio mio!... mormorò Cecilia alzando gli occhi al cielo. È possibile che una devozione come questa non sia inspirata dalla vostra santa religione!...

L’allegrezza serena e dolce della sua anima raggiava sulla sua fisonomia incantatrice:

— Io sapeva che non mi negheresti qualunque cosa fossi per chiederti; perciò non l’esigo più; aspetto. Ricordati solamente che il dì che sarai cristiano, la tua signora ti stimerà ancor più.

— Non sei più contristata?

— No; adesso sono soddisfatta, contenta, molto contenta!

— Pery vuol chiederti una cosa.

— Quale?

— Pery desidera che tu disegni una carta per lui.

— Disegnare una carta?

— Come questa che tuo padre diede oggi a Pery.

— Ah! vuoi ch’io scriva?

— Sì.

— Che cosa?

— Pery va a dirtelo.

— Aspetta.

Leggiera e graziosa, la fanciulla corse a un forzieretto, e traendone un foglio di carta e una penna fece segno a Pery di accostarsi.

Non dovea soddisfare al desiderio dell’Indiano, egli che soddisfaceva ai suoi menomi ghiribizzi?

— Avanti dunque: parla, ch’io scrivo.