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notte intera avea versato sui monti, ai confluenti del Parahyba, erano discese al basso, e di torrente in torrente avean formato quella tromba gigantesca, che si era rovesciata sul piano.

L’uragano continuava ancora lungo tutte le Cordigliere, che apparivano coperte da una nuvolaglia oscura; ma il cielo, azzurro e limpido, sorrideva mirandosi nello specchio delle acque.

L’inondazione cresceva ognora più; il letto del fiume sempre più s’innalzava; i piccoli alberi scomparivano, e le frondi dei superbi jacarandá1 galleggiavano ormai come gruppi d’arbusti.

La vetta della palma, su cui trovavansi Pery e Cecilia, pareva un isola verdeggiate, che si bagnasse nelle acque della corrente; i ventagli aprendosi formavano nel centro una specie di cuna, ove i due amici, stretti insieme, chiedevano al cielo una sola morte, come una sola era la loro vita.

Cecilia aspettava il suo ultimo momento con quella sublime rassegnazione evangelica, che solo viene infusa dalla religione di Cristo; moriva tranquilla. Pery avea confuso la sua anima in quell’ultima preghiera, che spirava sulle sue labbra.

— Possiamo morire, amico mio! diss’ella con una sublime espressione.

Pery abbrividì; anche in quell’ora suprema il

  1. Legno brasile; legno santo.