Pagina:Alencar - Il guarany, III-IV, 1864.djvu/34

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Fu per ciò che le due scosse date all’asse dal suo complice, non ebbero il risultato che questi si attendeva; alla prima Loredano tosto indovinò quello che accadeva nell’animo di Ruy; ma non volendo dargli a capire che penetrava il suo tradimento, si giovò di quel mezzo indiretto per dirgli che si trovava al sicuro, e che era inutile tentar di precipitarlo a basso.

La tavola non fece più un solo movimento, e serbossi immobile; come se fosse saldamente appiccata alla roccia.

Loredano pervenne alla finestra della fanciulla, e colla punta del pugnale sforzando la spranghetta di ferro, l’aperse; le imposte girando sul loro perno divisero le cortine che velavano quell’asilo di pudore e d’innocenza.

Cecilia dormiva, avvolta nei candidi lini del suo letto; il biondo capo risaltava tra le finissime trine dell’origliere, su cui stendeansi le vaghe ciocche de’ suoi dorati capelli.

Il dolce tramortimento di un sonno calmo e sereno velava il suo viso grazioso, come quell’ombre sfumanti che scolorano il sembiante delle vergini di Murillo; il suo sorriso era una specie di estasi.

Lo sparato della sua casacca, aprendosi, lasciava trasparire un collo ben delineato, più candido che neve; per l’ondulazione, che il blando respiro imprimeva al suo petto, disegnavasi sotto i diafani lini il vago suo seno.

Tutto ciò risaltava come un quadro fra le onde