Pagina:Alencar - Il guarany, III-IV, 1864.djvu/54

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Che faceva quell’uomo sdraiato, che fingeva di dormire, e che avea in mano il pugnale sguainato, come fosse pronto a ferire? Che significava quella domanda dell’ora, e quell’avvertenza che tutti dormivano? Che volea dire la paglia alla porta dello scudiere?

Non ci avea dubbio; eranvi nello stanzone uomini che aspettavano un segnale per uccidere i loro compagni addormentati, e gettar l’incendio nella casa; tutto era perduto, se la trama non fosse immediatamente sventata.

Occorreva destare quei che dormivano, o almeno prepararli a difendersi e involarsi ad una morte certa, inevitabile.

L’Indiano si afferrò convulsivamente la testa colle due mani, come per istrappare a forza dal suo spirito agitato e in disordine un pensiero di salvezza.

Il suo largo torace dilatossi; un’idea fortunata brillò di repente frammezzo a tanti pensieri confusi, che si urtavano e si affollavano nel suo cervello, e ravvivò il suo coraggio e le sue forze.

Era un’idea singolare.

Pery si sovvenne che la dimora degli avventurieri era piena di grosse anfore ed altri vasi capaci, che contenevano acqua potabile, vini fermentati, liquori selvaggi, di cui gli avventurieri aveano sempre abbondante provvista.

Corse di nuovo entro lo stanzone, e imbattendosi nella prima anfora trasse fuori la spina; il liquido cominciò a versarsi sul suolo; si accin-