Pagina:Alencar - Il guarany, III-IV, 1864.djvu/67

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Gli avventurieri, la cui rabbia fermentava cupamente, non si contennero più; dalle parole di minaccia passarono al gesto.

— Amici! gridò Loredano giovandosi abilmente di quell’opportunità. Vi lascerete insultare così atrocemente, gettare il disprezzo in volto? E per qual motivo!...

— No! Giammai! bisbigliarono gli avventurieri furiosamente.

Sguainando i pugnali restrinsero il cerchio all’intorno di don Antonio de Mariz; era un turbinio di grida, ingiurie, minaccie, che partivano dalla bocca di tutti, nell’atto che le braccia sospese in alto esitavano ancora ad abbassare il colpo.

Don Antonio de Mariz, fermo, maestoso, calmo, guardava tutte quelle fisonomie scomposte con un sorriso di scherno; e sempre altiero e orgoglioso pareva sotto i pugnali che lo minacciavano, non la vittima che sta per essere immolata, ma il signore che comanda.