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i. della tirannide
 



dei privati individui, e quindi tosto al male di tutti o dei piú) vanno insensibilmente ogni giorno menomandosi e corrompendosi per se stesse. E sarei anche sforzato in quella mia prefazione di aggiungervi che quegli ordini che convengono ad uno stato disconvengono spessissimo all’altro; che quelli che bene si adattano al principiare di uno stato novello, non operano poi abbastanza nel progredire, e alle volte anzi nuocono nel continuare, che il cangiargli a seconda col cangiarsi degli uomini, dei costumi e dei tempi, ella è cosa altrettanto necessaria, quanto impossibile a prevedersi, e difficilissima ad eseguirsi in tempo. E mille e mille altre simili cose io mi troverei costretto a premettere a quella Repubblica mia; le quali cose per essere giá state dette meglio ch’io non le direi mai, massimamente da quel nostro divino ingegno del Machiavelli, non solamente inutili per se stesse riuscirebbero, ma pur troppo, contra l’intenzione dell’autore, una preventiva dimostrazione sarebbero della inutilitá di un libro. E per quanto poi quella mia teorica repubblica potesse parer saggia, ragionata e adattabile a tempi, luoghi, religioni, opinioni e costumi diversi; ella non verrebbe tuttavia mai ad essere eseguibile in nessunissimo cantuccio della terra, senza quivi prima ricevere da un saggio legislatore effettivo quelle tante e tali modificazioni e mutazioni che necessarie sarebbero per quella data effettiva societá; la quale certamente in alcuna cosa differirá da alcuna delle supposizioni dell’ideale legislatore. Ma quando anche poi una tale scritta repubblica venisse effettivamente nel suo intero adattata ad un qualche popolo, tutta la umana saviezza (non che la pochissima mia) non perverrebbe pur mai a stabilirvi in tal modo un governo che il caso, cioè un avvenimento non preveduto, non avesse la forza di poterlo inaspettatamente assai peggiorare, come anche di poter migliorarlo o mutarlo o affatto distruggerlo.

Stoltissima superbia sarebbe or dunque la mia se un tale assunto imprendessi, sapendo giá prima, che quando anche pure mi lusingassi di poter dire delle cose non dette, per lo meno inutile riuscirebbe il mio libro. Tuttavia non meno scusabile che folle una mia tale superbia sarebbe (come di chiunque altro