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libro i - capitolo x
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Maometto secondo, nell’impadronirsi d’Alessandria, fece ardere tutti i libri raccolti dai Tolomei, come inutili per chi sapeva obbedire, e dannosissimi per chi nol sapeva. Ma, molti secoli innanzi, quegli stessi Tolomei regnando assoluti in Egitto; molti secoli dopo, Lodovico decimoquarto e assai altri principi, regnando assoluti in Europa, premiarono pure ed onorarono infiniti scrittori. Ora io domando: Que’ Tolomei in Egitto, questi Luigi, o Carli, o Franceschi in Europa, volevan eglino esser meno obbediti che quel Maometto? nol credo; ma stimavano essi che alla obbedienza dei sudditi, o niente, o pochissimo nuocessero e gli scrittori ed i libri.

Né i principi nostri, in ciò credere, s’ingannavano punto, visto i moderni tempi ed i costumi europei. Questi nostri costumi che ogni cosa a mezzo ci dánno, che coll’educazione indeboliscono sempre a metá la natura, e colla metá della rimanente natura corrompono e annichilano spesso quanto avrebbe operato la educazione; questi stessi costumi dai quali non può andare esente il principe, poiché vi è nato egli pure, lo costituiscono un ente che non si accorda mai con se stesso. Ed in fatti, egli riunisce contraddizioni massime e perenni, egli vorrebbe e non vorrebbe, egli è feroce ed umano, despota e privato; e mille altre cose miste e contrarie tutte fra loro; da cui nondimeno sempre ne risulta l’intero nostro obbedire e tremare; e il non esser noi, per dir vero, né egiziani né turchi, ma né tampoco romani, né greci.

Capitolo Decimo

Non potendo il principe estirpare affatto le lettere, gli giova parerne

il rimuneratore e l’appoggio.

I viaggi, il commercio e l’arte del cambio, hanno emancipato per cosí dire gli abitatori d’Europa; quindi i nostri padroni e pedagoghi politici non ci possono piú tenere come bambini del tutto. In oltre, il rimanervi alcuna picciola parte d’Europa in cui l’uomo nasce o libero o meno oppresso, sforza anche i