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libro ii - capitolo viii
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moltissimi uomini vicini, incognita o di nessun effetto ai lontani, di debole esempio o di tristo incitamento ai loro successori, e in fine di sterile maraviglia alle susseguenti generazioni. Erano eglino legislatori? Ma essi fondavano assoluti principati e non repubbliche mai. E, fondando governi assoluti, hanno insultati ed oppressi i piú; hanno innalzati, insuperbiti e fatti o lasciati essere oppressori i pochi e malvagi; quindi la loro fama, in proporzione dell’utile arrecato agli uomini, riesce pur sempre picciolissima o nulla agli occhi dei savi; ed agli occhi della moltitudine è durata quanto l’imperio loro, o poco piú. In fatti, per quanto sia stato grande Numa, credo che la fama di Giunio Bruto in Roma avanzasse di gran lunga, e giustamente, la sua; poiché Numa con tante savie leggi non avea però potuto o voluto impedire le seguenti tirannidi, che avvilita ed oppressa la tennero; e Bruto all’incontro, con una sola generosissima impresa, avea stabilito quella libertá da cui nacque la vera Roma, che fu poi per tre secoli la maggiore e la piú perfetta cosa pubblica di che si abbia esempio nel mondo. O, finalmente, grandi erano codesti principi per avere, in un regno giá stabilito, governati i loro popoli con somma politica, umanitá e dolcezza? ora, qual trista specie di uomini è dunque codesta dei principi, a cui viene ascritto come somma virtú, a cui acquista immensa fama ed eterna il semplice esercizio del lor piú stretto dovere? esercizio, al quale (se essi ben distinguono le cose) va annessa ad un tempo con il maggior loro utile la loro propria intera e sola felicitá. Fu egli mai riputato sommo verun giudice pel non commettere evidenti ingiustizie? verun pastore per non disperdere il proprio gregge? verun padre pel non trucidare i suoi figli? un uomo, in somma, è egli tenuto maggiore degli altri, soltanto per non esser egli e scellerato e crudele? Cosí è, pur troppo! Tanta è la facilitá, la possibilitá e l’invito al mal fare per chi sta sul trono, che chi, nol facendo, ha operato o lasciato operare dalle leggi un certo anche minimo bene, è stato riputato grandissimo. E, vista la nostra debile ed insolente natura, allorché alcun freno possente non la corregge, un tale principe si dée pur troppo riputare grandissimo.