Pagina:Alfieri, Vittorio – Della tirannide, 1927 – BEIC 1725873.djvu/193

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LIBRO TERZO

Alle ombre degli antichi liberi scrittori.

Nessuno certamente di voi, onorati scrittori, che o liberi nascevate, o tali con piú vostra gloria facendovi, liberamente scrivevate; nessuno di voi, certamente, crederebbe che in questi nostri tempi non solamente sorgesse la politica questione se le lettere possano per se stesse sussistere e perfezionarsi; ma che definitivamente dai piú venisse creduto e sentenziato pel no. E, per somma disgrazia nostra, col tristo e continuo esempio degli odierni scrittori, pur troppo si va finora confermando ogni giorno nel pensiero dei piú questa falsa e funestissima impossibilitá.

Io perciò a voi indirizzo questo mio terzo libro, come cosa vostra del tutto; poiché da voi soli, dalla energia dell’animo e dell’opere vostre, dalla forza primitiva dei lumi con che rischiaraste i contemporanei vostri ed i posteri, io spero trarre argomenti invincibili che mi vagliano a combattere e distruggere questo universale servile assurdo: «che le lettere non possono, né perfezionarsi, né sussistere senza protezion principesca».

Voi dunque, o Socrati, Platoni, Omeri, Demosteni, Ciceroni, Sofocli, Euripidi, Pindari, Alcèi, e tanti altri incontaminati e liberi scrittori, inspiratemi or voi, non meno che salde ragioni, virile e memorando ardimento. Quanto necessari mi siano, sí l’uno che l’altro, per convincere una cosí acciecata gente, ve