Pagina:Alfieri, Vittorio – Della tirannide, 1927 – BEIC 1725873.djvu/309

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dialogo
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meno dispiace chi dire osa il vero, che riceverlo ardisce. Ma tu, amico mio non meno discreto che caldo, tra le altre ragioni per cui ne sospendesti la stampa, fu anche una quella di non volermi né la tragedia datami togliere, né, col darmela, intorbidare in parte nessuna la tranquillitá o, per dir meglio, il sopore della servile e tremante mia vita. Tu, generoso, per me ti assumesti di essere timido e vile; ed assai forte prova, in ciò fare, della tua rara ed immensa amicizia mi davi. Ma pure, tu il sai, che io a ricevere la tragedia tua era pronto; e che ogni mio danno, se toccarmene alcun men dovea, io riputava guadagno, qualor per te lo soffriva.

Vittorio. Il pianto mi strappi dal cuore; parlare né respirare piú quasi non posso. Ogni tuo consiglio, prego e volere sará pienamente adempito da me..... Ma, oimè! giá giá ti dilegui!..... Deh, ti arresta;..... odimi ancora.

Francesco. Tutto udii; tutto dissi. Irresistibile forza dagli occhi tuoi mi sottrae. Felice vivi, e possanza nessuna di tempo dal tuo cor mi scancelli.