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ATTO PRIMO

SCENA PRIMA

Giocasta, Antigone.

Gioc. Tu sola omai della mia prole infausta,

Antigone, tu sola, alcun conforto
rechi al mortal mio duolo: e a te pur vita
l’incesto diè; ma il rio natal smentisci.
D’Edippo io moglie, e in un di Edippo madre,
inorridir di madre al nome io soglio:
eppur da te caro mi è quasi il nome
udir di madre... Oh! se appellar miei figli
i tuoi fratelli ardissi! oh! se ai superni
numi innalzar la mia colpevol voce!
Io pregherei, che in me volgesser sola,
in me, la giusta loro ira tremenda.
Antig. In ciel, per noi, pietá non resta, o madre;
noi tutti abborre il cielo. Edippo, è nome
tal, che a disfar suoi figli per se basta;
noi, figli rei giá dal materno fianco;
noi, dannati gran tempo anzi che nati...
Che piangi or, madre? il dí, che noi nascemmo,
era del pianto il dí. Nulla vedesti
(misera!) a quanto anco a veder ti avanza:
nuovi fratelli, e nuovi figli, appena
dato Eteócle e Polinice han saggio
finor di se...