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atto secondo | 295 |
padre; il vedrai: di te la immagin vera
egli è; mai nol lasciai, da che partisti.
Semplice etá! spesso egli udendo il padre
nomar da noi: «Deh, quando fia, deh quando,
ch’io il vegga?» ei grida. E poi di Troja, e d’armi,
e di nemici udendo, in tua difesa
con fanciullesco vezzo ei stesso agogna
correre armato ad affrontar perigli.
Agam. Deh! piú non dirmi: andianne. Ogni momento
ch’io di vederlo indugio, al cor m’è morte.