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28 rosmunda
irresistibil forza. Io, no, non sorgo

da’ piedi tuoi, se pria...
Romil.   Scostati, taci,
esci... Ma, vien chi spegnerá tal fiamma.
Almac. Chi veggo?


SCENA SECONDA

Rosmunda, Almachilde, Romilda.

Rosm.   Me, perfido, vedi. — Infami,

vili ambo voi del pari: aver certezza
de’ tradimenti vostri, a me fia il peggio;
ma sola il danno io non n’avrò. Le vostre
inique trame a romper vengo. — Ingrato,
tal mi rendi mercede? — E tu, con finta
virtude...
Romil.   A lui tutti riserba i nomi,
che a lui si aspettan solo: ei solo è il vile;
ei traditore, ei menzognero infido,
ei ti mantien fede qual merti; quella,
che a malvagio attener malvagio debbe.
Non son io l’empia; egli ad udir suoi detti
empio mi trasse or con inganno...
Almac.   Io voglio,
poiché tu il sai, tutto accertarti io stesso.
Amo, adoro Romilda; e non è fiamma,
ond’io deggia arrossirne. In te ricerca,
e trova in te, la rea cagion, per cui
non hai, qual tel pretendi, l’amor mio.
Io, non nato a’ delitti, amar potea
chi mi vi trasse, io mai? Distanza corre,
fra Rosmunda e Romilda, immensa; e il senti.
Amo Romilda, e i traditori abborro.
Ove possa tua fera ira superba
trarmi, giá il so; nota a me sei, pur troppo!