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ATTO QUARTO

SCENA PRIMA

Limitare del carcere di Sparta.

Leonida, Anfare, Popolo che si va introducendo.

Anfar. Tardo assai giungi; e il tempo stringe.

Leon.   Al padre
l’indugio dona: mi fu forza or dianzi
fin nella reggia accompagnar la figlia.
Io dal fianco spiccarmela a gran pena
potea, sí forte ella in pianto stempravasi
per lo suo sposo. Assai gran doglia in core
il suo pianto mi lascia.
Anfar.   E che? turbato,
commosso sei? Piú della figlia forse
ti cal, che non di tua vendetta?
Leon.   Abborro
Agide piú, che non m’è caro il trono:
ma pure, i detti della figlia, e i pianti,
duri a me sono. — Eccomi all’opra: il tutto
disposto hai tu?
Anfar.   Nol vedi? In questo vasto
limitar delle carceri mi parve
fosser da porsi i seggi nostri; il loco,
men capace che il foro, assai men feccia
ragunerá di plebe: ma pur tanta