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226 mirra
certo egli è di sue nozze; in lui, nel padre

giusto saria lo sdegno, ove la data
fe si rompesse; e a noi terribil anco
esser può l’ira loro: ecco ragioni
molte, e possenti, d’ogni prence agli occhi;
ma nulle ai miei. Padre, mi fea natura;
il caso, re. Ciò che ragion di stato
chiaman gli altri miei pari, e a cui son usi
pospor l’affetto natural, non fia
nel mio paterno seno mai bastante
contra un solo sospiro della figlia.
Di sua sola letizia esser poss’io,
non altrimenti, lieto. Or va; gliel narra;
e dille in un, che a me spiacer non tema,
nel discoprirmi il vero: altro non tema,
che di far noi con se stessa infelici.
Frattanto udir vo’ da Peréo, con arte,
se riamato egli s’estima; e il voglio
ir preparando a ciò che a me non meno
dorria, che a lui. Ma pur, se il vuole il fato,
breve omai resta ad arretrarci l’ora.
Cecri Ben parli: io volo a lei. — Nel dolor nostro,
gran sollievo mi arreca il veder, ch’uno
voler concorde, e un amor solo, è in noi.