Pagina:Alfieri, Vittorio – Tragedie, Vol. III, 1947 – BEIC 1728689.djvu/338

Da Wikisource.
332 parere dell’autore


Tragico soggetto egli è certamente ben questo, poiché l’ambizione di regno mista ad un odio fatale dagli Dei inspirato nel cuore di due fratelli in punizione dell’incesto del loro padre, viene ad essere la cagione di una terribilissima catastrofe. Ma, convien dire il vero, che questo soggetto è pure assai meno tragico teatrale per noi, di quello che lo dovea essere pe’ Greci; e per gli stessi Romani, i quali avendo pure le medesime opinioni religiose, poteano assai piú di noi esser mossi da quella forza del fato, e dell’ira divina, che pajono essere i segreti motori di tutta questa tragedia. Tra le passioni che si sentono anche fra noi, le sole che hanno luogo nel Polinice, sono l’ambizion di regnare, e un odio insaziabile. Ma la prima, per non essere mai quella di un teatrale uditorio, poco forse lo commuoverá; la seconda, benché passione possibile in ogni ente, pure innestata in cuore d’Eteocle principalmente, e figlia in lui della brama rabbiosa di esclusivamente regnare, entrerá anche pochissimo nel cuore degli spettatori; onde piú orrore ne ritrarranno, che non commozione e pietá. Io sceglieva questo soggetto, piú assai per bollore di gioventú, e infiammato dalla lettura di Stazio, che per matura riflessione: ma trovandomi poi la tragedia fatta, siccome credeva di averne pure cavato piú bene che male, l’ho lasciata sussistere.

Eteocle, eccessivamente feroce, piacerebbe forse piú, se il suo carattere non venisse misto di debolezza e viltá; poich’egli pure si arrende alla perfida doppiezza di Creonte, e s’induce a dar veleno al fratello: ma, nel concepirlo altramente, sarebbe allora mancata all’autore molta materia riempitiva dell’opera. Quindi tutte le scene, di dubbia pace fra la madre e lui, di falsa riconciliazione tra i fratelli, e nel quarto, l’effetto teatrale del nappo avvelenato, tutto questo sarebbe sparito, se Eteocle non fosse stato dissimulatore. Egli avrebbe dovuto fin dal terz’atto venirne a battaglia o a duello con Polinice, e terminare perciò la tragedia assai prima. Lascio giudici gli altri, se da questo indebolimento del carattere d’Eteocle ne sia ridondato piú male, o piú bene.

Di Polinice, dirò per la opposta parte lo stesso. L’antichitá gli presta un carattere a un di presso somigliantissimo a quel d’Eteocle. Ma tra due feroci tigri non avrebbe avuto luogo nessun parlamento; appena si sarebber veduti, doveano immediatamente