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394 parere dell’autore

stento, nelle suddette tre prime tragedie vi si troveranno forse ancora sparsi quá e lá, somiglianti a un di presso a quel verso del Filippo quá sopra da me dimostrato difettoso, in piú d’un aspetto.

La seconda tinta nello stile, mi par di vedervela nelle sette susseguenti tragedie ristampate fino a Maria Stuarda che è la prima inedita. In queste sette, lo stile mi pare bastantemente appianato, e tendente verso quel semplice dignitoso che cerca l’autore; ma con tutto ciò, io lo giudico ancora assai lontano in questa parte da quello che egli s’era ideato. Credo che la ragione ne sia, che tutte queste dieci tragedie giá stampate, non essendo a bella prima state gettate con la dovuta chiarezza ed eleganza di stile, non è mai piú riuscito all’autore di poter dare ad esse per via di correzione quella maestria e quella naturalezza, che si dá ad un’opera per via di creazione.

Credo di scorgere una terza tinta di stile nelle prime quattro inedite; Maria Stuarda, Congiura de’ Pazzi, Don Garzía, e Saúl. Queste, ancorché fossero fatte nello stesso tempo che le dieci prime, e finite quando l’altre si stampavano, con tutto ciò, per non essere mai state stampate, ed essere sempre state quá e lá ritoccate nel frattempo dell’una all’altra edizione, ne sono per avventura riuscite alquanto piú facili e pure; ma non però mai quanto le cinque ultime.

In queste mi pare, che vi si possa ravvisare uno stile di un altro getto; essendo elle state concepite e verseggiate ben due o tre anni dopo le altre quattordici. La loro dicitura mi pare piú liscia, piú maestosamente semplice, e piú facilmente breve; e sono queste le principali parti a cui fin da prima l’autore avea indirizzato ogni suo sforzo. In queste si è anche molto piú badato a combinare una certa armonia di verso, che senza riuscire uniforme, né troppo suonante, apparisse pure dolce e lusinghiera, con varietá e grandezza. E fra quest’ultime cinque, le due che mi pajono avvicinarsi il piú alla idea dell’autore, sono la Sofonisba, e il Bruto secondo: o fosse che quei personaggi maggiormente prestassero alla sublime semplicitá del dire, o che i difetti stessi del soggetto nel Bruto, e il poco moto dell’azione nella Sofonisba, sforzassero l’autore a lavorarne maggiormente lo stile.

Ma, dovendo io delle presenti tragedie tutte uniformemente dare sentenza quanto allo stile, direi ch’elle mi pajono tutte per questa parte bastantemente pure, corrette, e non fiacche; direi, che la dicitura non n’è troppo epica, né lirica mai, se non quando