Pagina:Alfieri, Vittorio – Tragedie, Vol. III, 1947 – BEIC 1728689.djvu/409

Da Wikisource.

Per riprodurre le diciannove tragedie che l’autore stampò negli anni 1787-89 a Parigi1 con assai vigile cura non c’è che da rifarsi interamente a questa edizione. In una lettera al marchese Albergati Capacelli, l’Alfieri scriveva queste parole: «Posso accertare, che edizione cosí bella difficilmente mai se ne fará in Italia; e corretta quanto quella, affermo che sará impossibile il farla». Carlo Milanesi, che dette nel 1855 una edizione discutibile nei criteri di riproduzione, ma assai utile per una accurata «notizia intorno agli autografi e alle prime e principali edizioni», cerca di impugnare questa affermazione. Ma i pochissimi errori, che sono stati poi eliminati nelle stampe italiane del primo Ottocento, non sono altro che la conferma della bontá di questa edizione. In tali argomenti contano la fedeltá ai criteri voluti dall’autore, la mancanza di ogni velleitá ammodernatrice e restauratrice: non i pochi errori materiali di cui un accurato lettore può accorgersi prontamente. Invece il Milanesi si è discostato troppo di frequente dalle caratteristiche grafiche e dalla interpunzione voluta dall’Alfieri, sebbene egli affermi di averlo fatto «con parsimonia grandissima, e proprio lá dove vi era stretta necessitá»2. Queste necessitá — rispetto ad una edizione cosí curata dall’autore — non sussistono e sono in primo luogo il prodotto di una filologia non sufficientemente rigorosa. Poiché il Milanesi è continuamente citato e riprodotto come il testo attualmente migliore, ho posto ogni attenzione nel registrare le diversitá fra tale testo e il Didot.

La presente edizione è condotta sulla copia Didot della Biblioteca Marucelliana3, proveniente dal legato Martelli. Questa

  1. In cinque volumi, piú il cosí detto volume di scarto; che è il primo della serie, poi rifatto con una perfezione quasi assoluta.
  2. I, LXIV.
  3. Ringrazio qui pubblicamente il dott. Jahier, direttore della Marucelliana, e gli impiegati addetti che mi hanno facilitato la consultazione dell’opera.