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atto quinto | 59 |
Saul — Ch’altro mi avanza?...
Tu sola omai, ma non a me, rimani. —
Io da gran tempo in cor giá tutto ho fermo:
e giunta è l’ora. — Abner, l’estremo è questo
de’ miei comandi. Or la mia figlia scorgi
in securtá.
Micol No, padre; a te dintorno
mi avvinghierò: contro a donzella il ferro
non vibrerá il nemico.
Saul Oh figlia!... Or, taci:
non far, ch’io pianga. Vinto re non piange.
Abner, salvala, va: ma, se pur mai
ella cadesse infra nemiche mani,
deh! non dir, no, che di Saulle è figlia;
tosto di’ lor, ch’ella è di David sposa;
rispetteranla. Va; vola...
Abner S’io nulla
valgo, fia salva, il giuro; ma ad un tempo
te pur...
Micol Deh!... padre... Io non ti vo’, non voglio
lasciarti...
Saul Io voglio: e ancora il re son io.
Ma giá si appressan l’armi: Abner, deh! vola:
teco, anco a forza, s’è mestier, la traggi.
Micol Padre!... e per sempre?...
SCENA QUINTA
Saul.
Eccoti solo, o re; non un ti resta
dei tanti amici, o servi tuoi. — Sei paga,
d’inesorabil Dio terribil ira? —