armi nessune; asil nessuno io cerco;
null’uomo io temo. A dimostrar la mia
piena innocenza, io basto: a vincitrice
farla davver della malizia altrui,
coll’arme no, ma con piú fermi sensi,
potuto avreste un dí voi stessi darmi
giusto un soccorso: ma fia tardo, e vano,
e reo (ch’è il peggio) ogni presente ajuto.
Agesis. E inerme esporti alla maligna rabbia
d’un Leonida vuoi? d’efori compri
agl’iniqui raggiri? Ah! no, nol soffro;
né il soffriran questi Spartani veri,
che quí son presti a dar la vita or tutti
pel loro re.
Popolo Per Agide, noi tutti
presti a morir veniamo.
Agide Agide e Sparta
fur giá sola una cosa; or ben distinti
gli ha in due la sorte; or, che a far salva Sparta,
forse è mestier ch’Agide pera. Il sangue
sparger non vuolsi mai; vie men, qualora
rigenerar virtú non puote il sangue.
Per me morir, voi nol potreste omai,
senza uccider molti altri: e in un le vostre
e le altrui vite in Sparta, al par son tutte
della patria, non vostre. Havvi, nol niego,
de’ traviati cittadini molti:
ma, per ritrargli al dritto, alto un esemplo
memorabile appresto. A lor far forza
potrò con esso; e vie piú sempre voi
farò con esso di fortezza amanti.
Agiz. Misera me! tremar mi fai. Che dunque
disegni?...
Agesis. Donna; or per chi tremi? parla;
pel marito, o pel padre?
Agide Ah! tu non sai,