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114 alceste prima
Adméto   E s’abbia:

purché tu mai sposo non chiami Adméto.
Ercole Della consorte un fido amante io scorgo,
e ammiro in te.
Adméto   Tronca mia vita fora,
di tradirla nell’atto, ancor ch’estinta.
Ercole Ma intanto accogli entro tua reggia or questa;
nobile ell’è.
Adméto   Deh, no; te ne scongiuro
pel genitor tuo, Giove.
Ercole   Eppur, gran fallo
nel rifiutarla fai.
Adméto   Rimorso al core
or mi fora ben altro, l’accertarla.
Ercole Arrenditi: che forse anco opportuno
questo mio don ti fia.
Adméto   Deh, non avessi
tu nell’agón vinta pur mai costei!
Ercole Tu pur, nel vincerla io, meco l’hai vinta.
Adméto Sia: ma si apparti or questa donna.
Ercole   All’uopo
andrassen’ella; ma veder dei pria,
se ciò ti giovi.
Adméto   È d’uopo, andarsen’ella;
fuorché tu poi per adirarten fossi.
Ercole Tal cosa io so, che fammi or teco tanto
insistere.
Adméto   Dunque or, benché non grata
cosa a me facci, il tuo voler tu adempi.
Ercole Ma il dí verrá, che men darai tu laude:
arrenditi or soltanto.
Adméto   Entro la reggia
scortatela voi dunque, poiché darle
ricetto è forza.
Ercole   Ai tuoi ministri io mai
non l’abbandonerei.