Adamo1 Padre e Signor, salvezza nostra e luce;
tutto sai, tutto vedi,
né cosa avvien che il tuo voler non sia:
se dunque falsa or credi
la cagion che tai tenebre ne adduce,
un soffio tuo la sforzi a sparir via:
ma se infortunio vero a noi traluce,
Sommo Fattor, concedi,
non di sottrarcen, che ogni mal mertiamo,
ma di saper noi pria
per qual di noi piú paventar dobbiamo.
La voce d’Iddio2
Sorgi, Adamo. Non sono a me i tuoi preghi
discari, no: ma irrevocabil legge
vuol che al Destin ti pieghi,
che i casi vostri imperíoso regge.3
Coro d’Angeli invisibili
Adamo, un uom tu sei:
cede al Destino ogni creata cosa;
e tu pur ceder dei.
Meglio in Dio, che in tutt’altro, il cor si posa.
Una voce del Coro
Né arene il mar cotante,
né stelle ha il cielo, quante
verran da voi le umane creature.
Vedrá coperto appieno
la Terra il suo gran seno
di genti innumerabili future.
Un’altra voce
Ma in un con lor creata
dei mali e beni loro
la somma immensa, è dal Destin librata.
- ↑ Quí pure, previa una breve armonia istrumentale, Adamo intuonerá questa preghiera con cantilena lirica.
- ↑ Precedono lampi e tuoni.
- ↑ Lampi, e tuoni