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atto quarto 369
questi è, pur troppo!

Pilade   Io, sí...
Oreste   Nol creder.
Pilade   Cessa.
Poiché scoperta è l’alta trama, omai
del mio furor non osi altri vestirsi.
Oreste Mira, Egisto, se ardisci, il furor mira
ch’arde negli occhi miei; mira, e d’Atride
di’ ch’io figlio non sono: al terror credi
ch’entro il codardo tuo petto trasfonde
sol la mia voce.
Egisto   Traditor, codardo,
tu il sei; morrai tu di mia mano.
Cliten.   O il brando
trattieni, Egisto, o in me lo immergi: a loro
per altra via non giungi. Arresta... oh cielo!...
Deh! mi ti svela, Oreste. Ah sí; tu il sei.
Oreste Va’; tue man sanguinose altrove porta.
Ciascun di noi, se morir dessi, è Oreste:
nessun ti è figlio, se abbracciar tal madre
da noi si debbe.
Cliten.   Oh feri detti! Eppure,...
no, te non lascio.
Egisto   Ecco qual premio merta
l’amor tuo insano. — Io ti conosco, Oreste,
alla tua filíal pietá. Son degni
di te i tuoi detti, e di tua stirpe infame.
Pilade Da parricida madre udir nomarsi
figlio, e tacer, può chi di lei non nasce?
Oreste Cessate...
Elet.   Egisto, or non t’avvedi? è quegli
Pilade e mente, per salvar l’amico...
Egisto Salvar l’amico? E qual di voi fia salvo?
Oreste Ah! se di ferro non avessi io carche
le mani, a certa prova, or visto avresti
se Oreste io son; ma, poiché il cor strapparti


V. Alfieri, Tragedie - I. 24