Pagina:Alfieri - La virtù sconosciuta.djvu/23

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DIALOGO. 21


nobile maraviglia ed invidia, lo sviluppassero; e leggendole gli altri moltissimi impotenti, se ne maravigliassero soltanto. Le vite si scrivono presentemente d’ogni principe che fatto abbia o disfatto delle leggi, e vinte o perdute delle battaglie; e d’ogni autore, che schiccherato abbia comunque alcuni fogli di carta.

Ma, quali che sian stati costoro, la base pur sempre di questa loro terrena apoteósi si è l’essere essi stati conosciuti almeno, o saputi: ma lo scriver la vita di uno che nulla ha fatto, e che nessuno sa che sia stato, sarebbe giustamente reputato espressa follia: che se fra i termini della mediocrità d’ogni cosa in cui vissi, tu mi rappresentassi dal vero, direbbero i pochi che ti leggessero: Una comune virtù, meritava ella vita? Se, o con lusinga di stile, o con ingrandimento del vero, tu dalla sola e cieca amicizia guidato, imprendessiaFonte/commento: Errata corrige ritrarmi, direbbero con più ragione i lettori:

 
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