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Pagina:Alfieri - La virtù sconosciuta.djvu/43

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DIALOGO. 41


dico, pensa, e scrivi, a tuo senno; ma parla, e vivi, ed opera cogli uomini a senno dei più. E su ciò fortemente t’incalzo, perchè ti vorrei amato dai pochi bensì, e dai soli buoni stimato, ma non odiato mai da nessuno.

VITTORIO.

Comune non è questo pregio, poich’egli era il tuo. Io non ho in me quella umanità, agevolezza, e blanda natura, che era pur tutta tua: sovrana dote, per cui, senza lusinga, nè sforzo nessuno, in vece di abbassar te fino agli altri, parevi gli altri innalzar fino a te. E questa, credilo, è l’arte sola, che fa e lascia convivere i grandi co’ piccioli: ma dei veri grandi parlo io, e dei veri piccioli; che mai non son quelli, chiamati tali dal mondo.

Ma, che laudo io in te queste sociali virtù secondarie, mentre un solo esempio ch’io recassi d’una delle altre tue, basterebbe per porti sovra ogni uomo del nostro secolo