Pagina:Alfieri - Rime scelte, Sansoni, 1912.djvu/288

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260 dalle «satire»


Brutalità, stupidità, Gallume,1
96 Teutonizzata la pederastia,
E in somma il piú schifoso putridume
Di quanti darian vizj Europe sei,
99 Quivi eran frutto di quel regio acume.
A tal Sacra Corona inchino io fei,
Che pueril vaghezza mi vi spinse
102 Per vederlo: or per visto il mi terrei.
Ma il Monarchesco suo fulgòr non vinse2
Miei sguardi sí, ch’io ne’ suoi sguardi addentro
105 Non penetrassi l’arte ond’ei si cinse.
Piú ch’altr’uomo, il Tiranno asconde in centro3
Del doppio cuore il marchio di sua vaglia:4
108 Ma, s’io di Vate ho l’occhio, ivi pur entro;
E scopro il come avvien che altrui prevaglia
(Se d’armi ha possa) il medïocre ingegno,
111 Che si svela piú in carta che in battaglia.5
Ogni scrupol di sale6 in uom che ha regno,
Stupir fa tutti, o sia ch’ei nuoca o giovi:
114 Ma chi lo ammira, di ammirarlo è degno. —
Tutto è Corpo di guardia, ovunque muovi7
Per l’erma Prussia a ingrati passi il piede:
117 Né profumi altri, che di pipa, trovi.
Là tutti i sensi Tirannía ti fiede;8
Che il tabacchesco fumo e i tanti sgherri
120 Fan che ognor l’uom la odora e porta e vede.
Fuggiamo, anche carpon; purch’io mi sferri
Da un tal Profosso.9 Adulatore a pago
123 Non mancherà, che a questo Sir si atterri.
Piú d’oro assai che non di gloria vago
Qualche Scrittor qui a chiudersi verrà,


  1. 95. Gallume, pensieri, costumi, lingua francesi: intorno alla gallofilia di Federico II vegg. l’annotazione al son. L’idiöma gentil, sonante e puro.
  2. 100-103. «Fui presentato al Re. Non mi sentii nel vederlo alcun moto né di meraviglia né di rispetto, ma d’indegnazione bensí e di rabbia... Il re mi disse quelle quattro solite parole di uso; io l’osservai profondamente, ficcandogli rispettosamente gli occhi negli occhi e ringraziai il cielo di non mi aver fatto nascer suo schiavo...» (Aut., III, 8°). Similmente scriveva al cognato Giacinto di Cumiana l’11 nov. 1769. — Or per visto etc., ora non andrei a vederlo.
  3. 106. In centro, nella parte piú riposta dell’anima sua.
  4. 107. Vaglia, valore, ma non è di uso frequente.
  5. 111. Che si palesa piú a parole che a fatti; e ciò non è storicamente vero.
  6. 112. Ogni scrupol di sale, ogni piccolo segno d’intelligenza; cosí credo, ma l’espressione è un po’ oscura.
  7. 115. «Uscii di quella universal caserma prussiana verso il mezzo novembre, abborrendola quanto bisognava» (Aut., III, 8°).
  8. 118. Ti fiede, ti ferisce.
  9. 121-122. Mi sferri Da nn tal Profosso, mi liberi da siffatto carceriere militare.