Pagina:Alfieri - Rime scelte, Sansoni, 1912.djvu/42

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14 rime varie


Io per sempre vi assumo oggi che degna
4Libertà vera ho compra al fin del tutto.
Rotti ho i ceppi in cui nacqui: a ciglio asciutto,
Gli agi paterni dono, e in un la indegna
Lor servitú, che a star tremante insegna,
8E a non côr mai d’alto intelletto il frutto.1
L’ostro,2 l’infamia, i falsi onori, e l’oro,
Abbian quei tanti, in cui viltade è innata,
11Pregio il servire, il non pensar, decoro.
Io per me, sorte stimo assai beata
Non conoscer né ambire altro tesoro,
14Che fama eterna col sudor mercata.3


XIV [xxxvi].4

Si duole perché non può andar dalla sua donna.

Ecco, già l’ora appressa, ond’io trar soglio
Alcun conforto al mio viver penoso;
L’ora, ch’è sola a me pace e riposo,
4Di cui, tarda al venire, ognor mi doglio.
Appressa, è ver, ma per mi dar cordoglio;
Ch’oggi è quel dí ch’irne al mio ben non oso,
E intero il deggio trapassare ascoso;
8Tal v’ha ragion, che mal mio grado io il voglio.5


    a caso è usato qui il participio «compra» perché il Poeta ruppe i suoi legami col Piemonte a caro prezzo, cedendo, voglio dire, alla sorella Giulia di Cumiana gran parte del capitale e per sé ritenendo una pensione vitalizia (Vegg. intorno a ciò il cap. VII dell’Aut., e il cap. La donazione della cit. op. di Em. Bertana).

  1. 8. Vigeva al tempo dell’A. una legge in Piemonte, secondo la quale era proibito «a chicchessia di fare stampar libri o altri scritti fuori dello Stato, senza licenza de’ revisori, sotto pena di scudi sessanta, od altra maggiore, ed eziandio corporale, se cosí esigesse qualche circostanza per un pubblico esempio». Ora l’A. aveva nel ’78 «distesa la Virginia con quella dovuta libertà e forza che richiedeva il soggetto: aveva steso il libro della Tirannide come se fosse nato e domiciliato in paese di giusta e verace libertà»: quindi si trovava nel caso o di dover rinunciare perpetuamente alla pubblicazione di tali opere o di sciogliersi da ogni legame economico col nativo Piemonte; dopo maturo esame, si deliberò per questo secondo partito, tanto piú che lo chiamavano in Toscana i begli occhi della Contessa d’Albany.
  2. 9. L’ostro, la porpora.
  3. 14. Mercata, guadagnata. Che l’A. aspirasse a fama eterna con la sua opera letteraria e civile risulta evidente da infiniti passi del Canzoniere.
  4. Questo sonetto fu composto il 1° dicembre 1778, a Vallombrosa.
  5. 8. La vigilanza del marito, le chiacchiere di coloro che frequentavano la casa della Contessa, il rispetto ch’egli le doveva e le imponeva riguardi e cautela.