Pagina:Alfieri - Rime scelte, Sansoni, 1912.djvu/94

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66 rime varie


LII [lxx].1

Al cavallo Fido, appartenuto alla sua donna.

Fido destriero mansüeto e ardente,2
Che dell’alato piè giovato hai spesso
Al tuo signor, sí ch’ei seguia dappresso
4Il cervo rapidissimo fuggente;3
Tu riedi a me, da non gran tempo assente;4
Ma pur, piú non ritrovi in me lo stesso;
Ch’io son da mille e mille cure oppresso,
8Egro di core, d’animo, e di mente.
M’è il rivederti doglia, e in un, diletto:
Di là tu vieni, ov’è il mio sol pensiero....
11Sovvienti5 ancor, quand’ella il collo, e il petto
T’iva palpando; indi con dolce impero6
Tuo fren reggeva? e tu, pien d’intelletto,
14Del caro peso te ne andavi altero.


LIII [lxxiii] e LIV [lxxiv].7

Al Pallio di Siena.

Oh quai duo snelli corridori alati8
Venire io veggio impazïenti e feri


  1. Nel ms.: «Siena, 6 agosto [1783]».
    I cavalli furono veri, inseparabili, perenni amici dell’A.: ebbe il primo nel 1764, lo amò con furore, e ventisei anni dopo «non poteva ricordarlo senza vivissima emozione» (Aut., II, 9°); si compiaceva di guidarne in gran numero e, per averli belli e di buon sangue, nel 1784, si recò appositamente in Inghilterra, onde ne condusse in Italia quattordici; l’anno dopo, durante le feste che si fecero in Pisa, e per S. Ranieri e per la venuta del re e della regina di Napoli, ebbe l’A. un vero trionfo, perché i suoi cavalli inglesi vincevano in mole, bellezza e brio quanti altri mai cavalli vi fossero capitati in codest’occasione». (Aut., IV, 16°). Nel Canzoniere alfierano i cavalli hanno una parte considerevole, come vedremo in appresso.
  2. 1. Mansueto e ardente, sono posti, qui ed altrove, in bella antitesi.
  3. 4. Notisi la opportuna velocità di questo verso.
  4. 5. Dal 4 maggio alla metà di agosto dell’83.
  5. 11. Il sovvenire tutti sanno che nel significato di ricordare non è italiano; ma ha ormai acquistato diritto di cittadinanza.
  6. 12. Dolce impero: mi par efficace questo aggettivo dolce preposto ad impero, che toglie alla figura della cavalcatrice qualunque materialità, anzi le aggiunge un che di gentile.
  7. Questi due sonetti, fra’ piú originali, a parer mio, che abbia mai composto l’A., furono scritti l’11 di agosto dell’83, allorché, forse, si stavano facendo le prove di una delle piú caratteristiche feste che si celebrassero allora e si celebrino oggi in tutta l’Italia. Dico: «allorché si stavano facendo le prove», perché il Pallio si corre a Siena nella Piazza del Campo due volte, il 2 di luglio e il 16, non l’undici, di agosto, se pure l’A. non scrisse a un mese e piú di distanza dalle cose vedute nella prima parte de’ festeggiamenti.
  8. 1. Corridori alati: anche nel son. precedente: «l’alato piè».