Vai al contenuto

Pagina:Alfieri - Tragedie, Siena 1783, I.djvu/116

Da Wikisource.
114 POLINICE

50Che l’acceso desio, ch’i’ porto in core,
E l’alta speme d’ammorzar col pianto
Quella, che tra’ miei Figli arde, funesta
Discorde fiamma?

Antigone.

E ten lusinghi?... Oh Madre!
Uno è lo Scettro, e i Regnator son duo:
Che speri tu?

Giocasta.

55Che il giuramento alterno
S’osservi.

Antigone.

Ambo giuraro: un sol l’attenne,
E fuor del Trono ei stà; tumido il preme
Lo spergiuro Eteòcle; e di tradita
Fede ei si gode iniquo frutto. Astretto
60A mendicar dalle straniere Genti
Polinice soccorsi, all’ire sue
Qual fin, s’ei non ha Regno? E a forza darlo
Come vorrà chi può tenerlo a forza?