Pagina:Alfieri - Tragedie, Siena 1783, I.djvu/255

Da Wikisource.

ATTO SECONDO 251
Creonte.

Dunque pria che ritorni Adrasto in Tebe, 205
Argìa s’immoli. E che? Figlio, vorresti
Me per timor pietoso?

Argìa.

Adrasto in Tebe
Tornar non può; contrarj ha i tempi, e i Numi;
D’Uomini esausto, e d’armi, e di tesoro
Me vendicar non puote. Osa, Creonte; 210
M’uccidi pur; non sia, che ten punisca
Il Rè d’Argo per or. Argìa s’uccida,
Che nessun danno all’uccisor ne torna.
Ma Antigone si salvi; a mille a mille
Vendicator di lei sorgere in Tebe
Vedresti....

Antigone.

Omai cessa, Sorella; e meglio
Costui conosci: a caso ei non è crudo,
Nè invan: per te già spero; e già ben veggo,
Ch’io gli basto, e n’esulto. Il Trono ci vuole,
E tu non l’hai: ma per infausto dritto 220