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Pagina:Alfieri - Tragedie, Siena 1783, I.djvu/92

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90 FILIPPO.
Isabella.

E che? Non fremi?

Carlo.

Gran tempo è già, ch’io di morir sol bramo.40
E il sai tu ben, tu, cui null’altro i’ chiesi,
Che aspettar morte in queste amate Soglie.
M’è dura sì l’orrida taccia, dura;
Ma inaspettata no. Morir m’è forza;
Ma me l’annunzi tu; fremer poss’io?45

Isabella.

Deh! se tu m’ami, or di morir non parla.
Cedi per poco all’impeto....

Carlo.

Ch’io ceda?
Io? Ben’or veggio, hai d’avvilirmi assunto
L’incarco, tu: dal Genitore iniquo
Ti si commette...

Isabella.

Oh in qual’error ti stai!50
Ministra all’ire io di Filippo?