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Pagina:Alfieri - Tragedie, Siena 1783, I.djvu/96

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94 FILIPPO.
Carlo.

Dell’intricato
Laberinto d’infamia, al par di lui,90
Più vile ancor saria mestier ch’io fossi
A penetrar tutte le ascose vie.
Ma certo è pur, che orribil fraude asconde
Tuo quì venir; ciò, ch’ei soltanto appena
Sospetta forse, or di chiarire imprende.95
Ma sia che vuol: Tu prontamente i passi
Volgi da infausto loco: invan tu credi,
Tel giuro, invan, che in mio favor mai Gomez
Voglia adoprarsi, o possa; e invan tu speri.
S’anch’egli il vuol, ch’io gliel consenta mai.100

Isabella.

E fia pur ver, ch’infra tal gente i’ tragga
Gl’infelici miei dì?

Carlo.

Più non indugia,
Deh! troppo è ver; scostati, và; d’angoscia
Più che mortale trammi. In te m’offende
Ogni pietà, se di te non la senti:105