Pagina:Alfieri - Tragedie, Siena 1783, II.djvu/51

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ATTO TERZO 51

Il magnanimo Atride, io già ’l sapea:
In alto cor basso desio non entra.
155Tu dagli Avi il valor, non gli odj traggi.
Punir sapresti,.. o perdonar, chi ardisse
Offender te: ma chi, qual’io, t’è ignoto,
Ed infelice, a tua pietade ha dritto,
Fosse ei di Troja figlio. Ad alta impresa
160Già non ti scelse Grecia a caso Duce;
Ma in cortsia, valor, giustizia, fede
Re d’ogni Re maggior ti conobbe ella.
Tal ti reputo anch’io, nè più sicuro
Io mi credei, che di tua gloria all’ombra:
165Nè rammentai, che di Tieste figlio
Fossi; d’avversa sorte io mi son figlio.
Negli infortunj miei pareami tutte
Lavate aver del mio sangue le macchie:
E se d’Egisto inorridire al nome
70Dovevi tu, sperai, che a’ nomi poscia
D’infelice, mendico, esule, oppresso,
Nel generoso tuo petto regale
Alta di me trovar pietà dovresti.