Pagina:Alfieri - Vita, I, Londra, 1804.djvu/199

Da Wikisource.

EPOCA TERZA. CAP. X. 197


vellare con chi che si fosse di casa. Onde essa [1771] tenea per fermo ch’egli mi avesse incontrato, ed ucciso. Tutta questa narrazione a pezzi e bocconi mi veniva fatta da lei; interrotta, come si può credere, dall’immensa agitazione dei si diversi affetti che ambedue ci travagliavano. Ma per allora però, il fine di tutto questo schiarimento scioglievasi in una felicità per noi inaspettata e quasi incredibile; poiché, atteso r imminente inevitabil divorzio, io mi trovava nell’impegno (e nuli’altro bramava) di sottentrare ai lacci conjugali ch’ella stava per rompere. Ebro di untai pensiero, quasi non mi ricordava piò punto della mia ferituccia; ma in somma poi, alcune ore dopo, visitatomi il braccio in presenza dell’amata donna, si trovò la pelle scalfitta in lungo, e molto sangue raggrumato nei pieghi della camicia, senz’aitro danno. Medicato il braccio, ebbi la giovenile curiosità di visitare anche la mia spada, e la trovai, dalle gran ribattiture di colpi fatte dall’avversario, ridotta dai due terzi in giò della lama a guisa d’una sega addentellatissima; e la conservai poi quasi trofeo per piò anni in appresso. Separatomi finalmente in quella notte del Majrtedi assai inoltrata dalla mia donna, non volli tornare a casa mia senza passa-

Alfieri, Vita. Vol. I