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EPOCA TERZA. CAP. XIV. | 243 |
ra alcuni bellissimi arazzi, che rappresentavano [1774] varj fatti di Cleopatra e d’Antonio.
Guarì poi la mìa Signora di codesta sua indisposizione; ed io senza mai piò pensare a
Dell’infelice antonio il rio destino.
Dove mai, Ma che vedo, ecco s’avanza.
Cleopatra. turbata
SCENA SECONDA.
CLEOPATRA, PHOTINO, LACHESI.
cleopatra
Amici ah se albergate ancor pietade,
Nel vostro sen, se fidi non sdegnate,
Voi ch’alle glorie mie parte già aveste,
Esser a mie sciagure anco compagni.
Deh non v’incresca il gir per mare1
Per monti, o piani, o selve meco in traccia
Di chi più della vita ognor io preggio
L’incauto piè dal vacillante trono
Rimosse amor, il vincitor già veggio
alla foce approdar sull’orme audaci
D’un ingiusta fortuna, a morte pria
- ↑ a terra: rimasto nella penna.