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68 VITA DI VITTORIO ALFIERI.


[1762] aver Io studiato assai bene, ottenni dallo Zio di Cuneo la licenza di venirlo trovare in codesta Città per quindici giorni nel mese d’Agosto. Questo viaggetto, da Torino a Cuneo per quella fertilissima ridente pianura del bel Piemonte, essendo il secondo ch’io faceva da che era al mondo, mi dilettò, e giovò moltissimo alla salute, perchè l’aria aperta ed il moto mi spno sempre stati elementi di vita. Ma il piacere di questo viaggio mi venne pure amareggiato non poco dall’esser costretto di farlo coi vetturini a passo a passo; io, che quattro, o cinque anni prima, alla mia prima uscita di casa, aveva così rapidamente percorso quelle cinqu# poste che stanno tra Asti e Torino. Onde, mi,pareva di essere tornato indietro invecchiando, e mi teneva molto avvilito di quella ignobile e gelida tardezza del passo d’asino di cui si andava; onde all’entrare in Carignano, Racconigi, Savigliano, ed in ogni anche minimo borguzzo, io mi rintuzzava ben dentro nel più intimo del calessaccio, e chiudeva anche gli occhi per non vedere nè esser visto; quasi che tutti mi dovessero conoscere per quello che avea altre volte corsa la posta con tanto brio, e sbeffarmi ora come condannato a si umiliante lentezza. Erano eglino in me questi moti il pro-