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Pagina:Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu/134

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Scorgonsi alfin gli Spirti pii, che vanno
     Coll’invitte del Figlio anni e bandiere
     282A portar Lei sovra il sidereo scanno;
E ov’Ella parte dell’aure leggiere
     Il liquido sentier, per maraviglia
     285Curvansi al piè tríonfator le sfere,
Le pinte opre, in cui l’arte al ver somiglia,
     Sì m’avean per letizia il cor confuso,
     288Ch’io non sapea da lor volger le ciglia;
Quando la Guida mia: Tempra il diffuso
     Gaudio nell’Alma tua, disse, e lo serba
     291Pel volto, ch’ogni gaudio ha in sè racchiuso.
Ecco la Valle, ove tra i fiori e l’erba
     Scende al pregar della gran Donna il fonte,
     294Ch’eterna a chi ne bee vita riserba.
Ch’ella di Dio su gli alti monti è il monte,
     Ove il fiume divin mette sua foce
     297Colma di grazie ai vostri affanni pronte.
Tacque appena, che un fumo alto e veloce
     Uscì ondeggiando di sotterra, e giunse
     300Questa a recar a noi dogliosa voce:
O tu, che all’alma Donna Amor congiunse,
     Odi i sospir di noi, che già fra i tetri
     303Dell’armi orror morte dal fral disgiunse.
Deh! porgi i voti a Lei, che schiuda, e spetri
     L’ignea prigion, e nel beato centro
     306Dal Figlio suo l’ale spiegar ne impetri.
La mesta prece, che avvolgeasi dentro
     Al caldo fumo, in cor della mia Guida
     309Parve passar pietosamente addentro;
Onde gridò: Speme non vana affida
     I desir vostri, elette Anime amiche,
     312Se fia, che a me d’Amor la Madre arrida.